“La Sicilia non è una terra per giovani”.
“Aumenta la fuga dei cervelli”.
“Il tasso di disoccupazione giovanile è sopra la media nazionale”.
“In Sicilia non c’è futuro”.
“Al Nord si trova subito lavoro”.
Queste sono alcune delle affermazioni più comuni che noi giovani siciliani ci sentiamo ripetere anno dopo anno, ma andarsene dalla propria Terra è l’unica soluzione che ci resta da percorrere per lavorare e sentirci realizzati professionalmente?
La risposta che mi sento di darti con convinzione è “No”.
Quasi sempre infatti si sente parlare soltanto di quello che non va o che non c’è, trascurando invece quelle piccole vibrazioni positive, quelle micro iniziative e realtà, molto spesso portate avanti proprio da giovani, che si sono imposte l’obiettivo di provarci e di opporsi a questa tendenza negativa dimostrando che si può migliorare in Sicilia, rimanerci e contribuire a cambiarla.
Proprio per questo, in questo articolo esploreremo un caso concreto di giovani siciliani che hanno deciso di investire nelle proprie competenze e nelle potenzialità della loro Terra, scommettendo su di essa.
Sto parlando di “Il Mio Amico Cammelo”, un progetto che nasce dall’amore incondizionato verso la Sicilia che ha spinto tre giovani ragazzi ad unire le loro forze per ricercare, rivivere e valorizzare le tradizioni agricole del proprio popolo.
Loro sono Alida Schifano, Elio Arnone e Carmelo Barchetta.

Dietro “Il Mio Amico Cammelo” c’è proprio il siciliano che non molla, il siciliano che lotta per rimanere in una Terra tanto bella quanto dannata.
E chi meglio di uno dei promotori di quest’iniziativa può spiegarci meglio cosa li ha spinti a rimanere in Sicilia mettendosi in gioco e investendo in un progetto del genere?
Proprio per questo motivo ho deciso di porre alcune domande ad una di loro, nonché mia amica: Alida.
Passiamo subito al dunque.
Ecco cinque domande per capire meglio il progetto e i suoi promotori
1) Chi sei? Presentati brevemente
“Sono Alida Schifano un ingegnere laureata da un anno e mezzo che cerca di reinventarsi per sfruttare al massimo la propria terra e le sue bellezze”.
2) Perché rimanere in Sicilia?
Tu fai parte di quei giovani siciliani che hanno deciso di mettersi in gioco e di scommettere su una Terra che, troppo spesso, non valorizza i propri giovani spingendoli a partire altrove per cercare lavoro e vivere dignitosamente.
Secondo te, perché un giovane dovrebbe rimanere in Sicilia?
“Perché è una Terra che ha tutto, siamo noi a non saper sfruttare le nostre risorse.
Ci sono molti siciliani che si lasciano trasportare dal pessimismo dettato dall’insufficiente lavoro che la politica ha sempre fatto per la Sicilia e il Sud in generale, o dalla mancanza di senso civico e di appartenenza che spesso è molto difficile da combattere.
Molti si soffermano sul problema non pensando alla soluzione e al fatto che con le materie prime che la Sicilia ci regala, la sua storia, la sua cultura e la sua natura potremmo costruire un patrimonio.
Basta crederci e alzarsi le maniche, senza aspettare che arrivi qualcun’altro a sistemare le cose per noi ”.
3) Da cosa nasce l’idea “Il Mio Amico Cammelo”?
“Il Mio Amico Cammelo nasce appunto dalla consapevolezza che in Sicilia siamo circondati di bellezze che possiamo valorizzare ed utilizzare.
Oggi viviamo in una società in cui per realizzarci siamo quasi sempre spinti ad intraprendere carriere facoltose come quella del dottore e dell’avvocato, perdendo sempre di più quel concetto della Terra, delle tradizioni culinarie, del mangiare il frutto direttamente dall’albero piuttosto che comprarlo al supermercato in un involucro di plastica.
Mangiare bene ci fa vivere bene e le terre siciliane e i loro prodotti sono unici al mondo.
I giovani dovrebbero ricominciare a vederli come delle risorse su cui investire per creare valore”.

4) Parlaci un po’ del progetto, cos’è “Il Mio Amico Cammelo”?
“Il progetto consiste nel trasmettere valori di amore e di riscoperta verso la propria terra, con l’obiettivo di valorizzare i prodotti tipici e far rivivere le tradizioni di un tempo.
Ciò che organizzeremo sarà un tour per visitare varie aziende e realtà agricole sparse nel territorio palermitano.
Lo scopo non sarà soltanto quello di scoprire l’amore con cui questi imprenditori siciliani ancora lavorano la terra e ne coltivano i frutti, proprio come facevano i loro nonni, ma anche dare la possibilità ai partecipanti di immedesimarsi e rivalutare la vita di campagna.
In modo da accrescere la consapevolezza che anche la nostra campagna, i nostri terreni e la tanto, oggigiorno, snobbata agricoltura sono dei tesori da valorizzare e su cui puntare per creare appunto valore aggiunto.
Come lo faremo? Raccogliendo i frutti della terra per poi mangiarli!
Arrivati all’ultima tappa del nostro tour, una mamma sicula doc preparerà dei piatti tipici da far degustare a tutti i partecipanti.
Questo progetto sarà aperto non solo ai palermitani e siciliani stessi per farli riavvicinare ai prodotti artigianali della propria terra, ma anche ai turisti curiosi di scoprire il lato più bello, umano, tradizionale e gustoso della Sicilia lontano dagli stereotipi comuni”.

5) Che messaggio o consiglio vorresti dare ai giovani siciliani?
Il mio consiglio è di provare a sfruttare e valorizzare le materie prime che quest’isola ci offre, perché sono uniche al mondo e rappresentano un tesoro inestimabile da tutelare.
Consiglio di avere pazienza nel provare a mettersi in gioco qui, perché “l’unione fa la forza” e se più giovani provano ad investire sulla Sicilia, allora si avrà più possibilità di far rete e di risollevare le sorti di un Paese che necessita di cambiare in meglio.
Conclusioni
In questo articolo ho voluto dare spazio ad un caso concreto di giovani siciliani che, terminati gli studi, hanno deciso di rimanere qui in Sicilia provando a costruire qualcosa di positivo, affondando tutti i rischi e gli ostacoli che questo comporta.
In più, avviando il progetto “Il Mio Amico Cammelo”, hanno deciso di rendere più concreta la loro visione, cercando di farla arrivare a sempre più persone attraverso la valorizzazione della campagna siciliana.
Perché portare un caso reale?
Per provare a trasmettere la voglia di fare e di provare a migliorarsi e migliore la Sicilia, attraverso la riscoperta proprio delle risorse che ci circondano.
Viviamo sì in un’isola con mille difficoltà, ma è anche vero che spesso queste difficoltà, piuttosto che affrontarle mettendoci in gioco, le dribbliamo decidendo di scegliere la via più semplice, come ad esempio di partire e cercare lavoro altrove.
Per questo ringrazio Alida per aver risposto alle domande e per averci spiegato cosa ha spinto lei, Elio e Carmelo a dedicare energie, tempo e risorse in un progetto così legato alla Sicilia .
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